Matisse
Il popolo (giovane) cileno…
…votando in massa per Boric ha dato una sonora lezione all’impresentabile e borioso candidato filo-Pinochet Kast (quello che ha agitato i fantasmi del pericolo comunista) e c’è veramente da festeggiare soprattutto da parte di chi – come il sottoscritto – ha vissuto nel 1973 la tragedia di Allende. Sarebbe lungo ricordare come la dittatura cilena abbia goduto in modo sfacciato del supporto di Nixon e Kissinger e di come anche in tempi recenti l’assassino Pinochet sia stato accolto con tutti gli onori dalla iron lady Margaret Thatcher (detta anche “the snatcher” per avere cancellato il diritto al latte gratuito ai bambini delle elementari). Ma il Cile ha svoltato pagina mentre la lega italiana ha ancora una volta mostrato ll proprio volto filofascista inviando gli auguri al successivamente trombato Kast. Ecco questo è quello che vorremmo vedere anche in Italia, una popolazione giovane e consapevole che rifiuta gli “eroi” del Papetee (e forse ha dimenticato che il capitone invocava per sé “i pieni poteri” da vero dittatore). Ma mentre non si può che esultare bisogna anche fare voti che Boric non commetta gli stessi errori massimalisti di Allende e del segretario Altamirano di Unidad Popular (quelli che portarono – ad esempio – al disastroso sciopero dei camionisti che paralizzò il Cile, alla base del tumulti sfruttati da Pinochet) e che il programma oggettivamente di sinistra (fortunatamente) non venga interpretato dal nuovo potere come una clava contro gli oppositori. Le riforme debbono essere assimilate dagli elettori come un vaccino da inoculare con gradualità evitando shocks anafilattici. In questa capacità sta il valore di un presidente e chiunque abbia a cuore la democrazia non può che guardare con ammirazione ma anche trepidazione il risorgere di un paese. Dal collega Santarelli, che ha molti conoscenti in sudamerica, mi viene giustamente segnalato che almeno per due anni ancora il parlamento cileno sarà quello risultante dalle precedenti elezioni e quindi non saranno rose e fiori. Ma anche che il neoeletto presidente è dotato di grande equilibrio e sarà in grado di gestire in modo coerente le relative problematiche. Forza e auguri Boric!
PS Persone vicine al sottoscritto hanno contestato lo stile “barricadero” di Bertoldo e un linguaggio talvolta non proprio paludato. Questo blog non intende essere un surrogato scadente (” si parva licet..”) di giornali di alto livello ma solamente una sorta di riflessione ad alta voce delle opinioni dell’estensore e in questo consistono i suoi (pochi) pregi e i suoi (molti) difetti. Volendo proprio affossarne la qualità potrei dire che è in un certo senso uno “sfogatoio” e probabilmente questo stile e l’impari confronto con editorialisti ben più di valore è la ragione del suo modesto successo (anche rispetto al fratello maggiore Kurvenal). Mi sono più volte chiesto se non fosse il caso di cessare le pubblicazioni ma poi ho pensato che scrivere come parlo (ovvero spesso in modo provocatorio e in ogni caso con sincerità e senza peli sulla lingua – l’immagine della mia storia accademica) fosse un mio inalienabile diritto. Scrivere quello che penso mi piace e nessuno è obbligato a leggere quello che scrivo. Bertoldo non cerca riconoscimenti e plausi e vive dei pochi commenti che vengono inviati (quasi mai ostili – ma scrivere ed esporsi costa…). Come in materia mi ha detto una persona di cui non ho alcuna stima e che non scrive per “pudore” (italiano incerto almeno per il vocabolo scelto), il che tradotto in termini chiari significa “sto nascosto, allineato e coperto per interesse, non si sa mai” come tutti le miriadi di “tartufi” che infestano la nostra società. Io sono semplicemente agli antipodi e il sentirmi assolutamente libero e incondizionato è un impagabile piacere che molti non hanno mai avuto modo di provare.
(Giovanni Neri – 76)
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