Matisse
Per una volta voglio…
… parlare malissimo degli informatici (cui – ohimé appartengo). Essendo stato in vacanza non ho avuto modo di usare lo SPID per qualche tempo che per qualche ignoto (ma dovrei dire ignobile) motivo dopo qualche tempo risulta inaccessibile sulla piattafoma “IO” (mai nome fu più improprio) e richiede una nuova autenticazione a due iivelli. Se si utilizza un iPhone il sw IO e quello di autenticazione convivono rendendo la vita impossibile all’utente. Come sempre se il sw non viene utilizzato da terzi e non dal/dai progettisti la complessità e la possibilità di errore sono molteplici. E dopo un esiguo numero di tentativi errati (per colpa del maledetto sw) la procedura deve essere addirittura reinizializzata e chiunque può immaginare le conseguenze. Posso solo immaginare che il Padreterno (e soprattutto il suo traditore) siano stati ripetutamente invocati (e in modo non amichevole..) da coloro che finiscono nella trappola. Ora se un informatico non completamente rincitrullito (almeno così spero di me) si trova a confrontarsi con questo caos mi chiedo come fa un povero cristo a gestire la problematica (che diventa sempre più indispensabile per accedere a molti servizi pubblici – i.e. INPS). Inutile dire che prevedo che prima o poi (purtroppo io non ci sarò più ma scommetto fin da ora con i posteri) con buona pace di quell’inutile carrozzone che è il garante della privacy (tipico esempio di stalla con i buoi già usciti dove regna il gazzaburglismo più bieco in mano ai soliti giuristi che spaccano il capello – già rotto da tempo) i cittadini dovranno rassegnarsi – se non vogliono uscire di senno – ad accettare che un chip inserito sotto pelle permetta la loro identificazione. Già mi sembra di sentire la lamentela che allora l’uomo diventa come i cani etc. come se la tecnologia non permettesse di mitigare i possibili effetti negativi. (Per inciso nei paesi nordici sono già in essere esperimenti in materia). Ma il problema non è solo lo SPID. Siamo sommersi da passwords per ricordarsi le quali è necessario poi avere un wallet a sua volta protetto da password che contenga tutte le maledette sequenze di cifre e numeri (che diventano sempre più complicate da produrre e memorizzare e che per di più debbono essere regolarmente modificate. Personalmente aggiungo alle stesse passwords un numero progressivo che costa poca fatica). Il dramma comunque di chi ha pochi congiunti di cui ricordarsi la data di nascita è ormai una piaga nazionale. Sfido chiunque a cambiare cellulare o tablet per i quali non esiste quel meccanismo di copia solidale che esiste nei PC. Esperienza del sottoscritto: un pomeriggio sprecato e non sono neppure sicuro di non avere dimenticato nulla. Il chip sotto pelle non sarebbe la soluzione principe?
(Giovanni Neri – 76)
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