A Bologna …
…si dibatte sul problema del grande bluff di FiCo (Fabbrica Italiana Contadina – mah..). Per chi non lo sapesse (e già questo la dice lunga) è “il parco del cibo italiano a Bologna: al suo interno trovi numerose attrazioni suddivise in 7 aree tematiche e tante attività). Boh. Insomma in soldoni si mangia e si acquistano prodotti gastronomici. Come se a Bologna mancassero le opportunità (di ristoranti poi e spacciati come tali ce n’è ormai un’indigestione). Non ho mai capito quindi a cosa serva. non ci sono mai stato e ho avuto fin dall’inizio la netta senzazione di un’iniziativa destinata a fallire, vuoi per la collocazione geografica vuoi per l’assenza di una qualsasi motivazione culturale. Sponsorizzata da un prof dell’ateneo, abbandonata da parecchie aziende partecipanti e sull’orlo del fallimento sta intervenendo il il Farinetti di Eatitaly promettendo una rivitalizzazione che mi sembra una respirazione bocca-a-bocca di un morto. Anche il sindaco proclama: “Fico non deve morire”. E perchè? Le aziende decotte vanno semplicemente chiuse per sostenere quelle che hanno una prospettiva e non velletarie iniziative che motivano molti sospetti. Siamo nel solito circo: non si chiude perchè la chiusura coinvolgerebbe molti papaveri la cui immagine ne soffrirebbe. Una tipica storia italiana (ma forse non solo italiana).
(Giovanni Neri – 77)
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