Siamo d’accordo…
…ci sono problemi infinitamente più importanti di questo. Ma per un bolognese alla soglia dei 77 anni vedere alcune delle icone bolognesi sparire, risucchiate dal business è triste e sconsolante. E’ cominciato con il trasloco del ristorante Diana, con il suo orologio in mezzo alla sala e le seggiole impagliate, per far posto a una catena di cosmetici, il Pappagallo sfrattato non si sa con quali scopi (un sex shop?), le sorelle Simili in via Frassinago che per decenni hanno insegnato a fare i tortellini a tutta Bologna, e sparite nel nulla, la sede storica della Banca del Monte, oggi .. un supermercato etc. Per non parlare del teatro comunale sfrattato e in balia di un destino incerto. Con un centro di Bologna ridotto a una sorta di fast food per turisti frettolosi che non sanno neppure dove si trovino le sette chiese intenti a vuotare “taglieri” di infima qualità etc. Ogni città ha una sua storia e una sua caratteristica e non si può non rimpiangere i tempi in cui la “fosca e turrita” Bologna era meta di pochi e selezionati turisti capaci di apprezzarne il barocco, l’atmosfera, il cibo di qualità … E anche una amministrazione “di sinistra” capace di gestire le trasformazioni senza strappi. Non è il caso attuale. Forse Bologna era complessivamente meno ricca ma con una sua precisa connotazione oggi svanita ai piedi del dio denaro. Credo che si sia perso molto e che lo scambio sia in perdita.
PS A proposito di turisti frettolosi non posso dimenticare che a Vienna ho ascoltato due americani che dicevano “We did Europe in a week”….
(Giovanni Neri – 76)
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