Per usura.. ..
….ho dovuto cambiare il mio bancomat. Nuova card nuovo PIN da memorizzare e il sistema non permette di cambiarlo con uno che ci sia famigliare. Quanti sono i codici che dobbiamo ricordare? Ho fatto una breve rassegna e nel mio caso sono circa 35. Molti si scrivono i codici su un foglietto – follia! sia perchè non protetto, sia perchè bisogna ricordare dove si trova il maledetto foglietto e poi le password debbono essere modificate a tempi fissi e allora altri foglietti. I più scafati usano app nelle quali archiviare le dannate combinazioni ma poi… bisogna almeno ricordare il codice di apertura della app e perdere tutto il tempo per compulsarla. Ci sono timidi tentativi di utilizzare riconoscimenti biometrici (ad esempio il riconoscimento facciale) ma sono casi isolati e numericamente irrilevanti e dipendenti – ad esempio – dal grado di illuminazione del posto. Non parliamo poi dello SPID che prima richiede il codice di accesso sul PC (o tablet o .. cui si accede previa password) ma poi richiede un secondo codice OTP (naturalmente su app protetta da password), generato sul cellulare e sfuggevole come le profezie della Pizia che mentre si tenta di copiarlo cambia di valore. Maledizione! Qualche volta la smarrita password può essere recuperata ma poi ci sono le domande di riconoscimento come: quale era il cognome della tua maestra di prima elementare? E il cambio di cellulare? una tragedia. Potrei continuare ma credo che il problema sia noto a tutti. Personalmente – e con buona pace dell’inutile garante della privacy – credo che il futuro (che purtroppo non mi vedrà) sarà l’innesto di un chip sottocutaneo all’atto della nascita, non rimuovibile come quello che viene oggi utilizzato per gli animali e che identificherà senza incertezza l’identità della persona. Ci sono già esperimenti in atto con risultati favorevoli ma ve lo immaginate quale dibattito si scatenerà? E’ di destra o di sinistra? E in occasione dei convegni con l’amante potrà essere disattivato? E se mi amputano un braccio? Etc. etc. Tutti problemi tecnologicamente risolubili. Poi con buona pace di tutti sarà accettato. Il solito much ado about nothing.
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(Giovanni Neri – 76)
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Sono d’accordo sul fatto che la procedura di accesso attraverso lo SPID sia snervante. Fra l’altro, fino a poco tempo fa molti siti (ad esempio, quello del fascicolo sanitario) erano accessibili con una password a sé stante; poi, chi di dovere ha deciso di unificare tutto, e adesso si deve usare il noioso SPID. Per quello che mi riguarda, con l’unica eccezione del bancomat, non uso mai una password all’esterno: quando sono a casa o in ufficio uso un software con cui si accede a un file criptato che contiene le password, così mi devo ricordare solo quella con cui accedo allo stesso software. Dopo questa pacata premessa, aggiungo che non vedo l’ora che qualcuno proponga di innestare un chip nei sapiens: considerando quello che stanno dicendo da mesi i no-vax, possiamo immaginare cosa direbbero i no-chip, assicurandoci anni di divertimento.
PS: Se può interessare, quando ho fatto il vaccino anti covid, e con il siero mi hanno iniettato il chip che mi ha connesso col Campo Quantistico, a titolo di favore ho chiesto a Red Ronnie se invece di collegarmi con la Massoneria mi collegava coi Cavalieri del Graal. Lui, dopo un po’ di insistenza, mi ha accontentato, e tutto sommato mi trovo bene.
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Grazie, molto divertente!
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