Il 18 Febbraio..
….. 1943 Joseph Goebbels tenne un famoso discorso a una folla fanatica e osannante (il cui testo integrale è reperibile su Internet) chiamando la Germania e i tedeschi alla “guerra totale”. Era la conseguenza della disfatta di Stalingrado e la prima ammissione che la guerra stava prendendo un corso contrario ai nazisti e che per questo venivano chiusi i locali notturni, i negozi di lusso (pur ormai privi di articoli), i bar etc. e le donne – fino ad allora solo custodi del focolare e riproduttrici – chiamate a partecipare allo sforzo bellico. Sappiamo fortunatamente come il corso della storia si sia sviluppato. Sentire oggi i russi e la cricca assassina di Putin parlare di guerra totale (e per la prima volta utilizzare il termine “guerra” finora punito con la reclusione – il termine concesso era azione speciale) non può non evocare il passato e indicare l’ammissione di un fallimento bellico e propagandistico nel quale esiste il rischio concreto del coinvolgimento e della distruzione dell’intera umanità. La guerra totale non esclude più a priori uno sviluppo nucleare (si vedano oggi le affermazioni con le quali si valuta in poco più di un minuto il tempo per raggiungere con ordigni nucleari le principali capitali eruropee) e nessuno capisce più quali siano i confini del conflitto e quali siano i mezzi per evitare un olocausto mondiale. L’illusione che si possa confinare la guerra “per procura” all’Ucraina mi pare un’utopia (se così si può chiamare) destinata a finire nel cestino della storia. Sono fra coloro che sono fermamente convinti del diritto a difendersi dell’Ucraina con ogni mezzo ma temo al contempo fortemente per il nostro destino e quello dell’Europa in particolare. Vorrei che qualcuno mi smentisse.
(Giovanni Neri – 76)
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