Ho ripetutamente …
….. stigmatizzato il fucilino a tappo con cui la UE fino a ieri aveva affrontato il criminale di guerra Putin. Come tutte le persone che si sforzano di essere serie modifico oggi la mia opinione e ritengo che le misure concrete prese dalla UE contro la Russia siano invece significative e incisive e per la prima volta diano un segno chiaro di unità di un’Europa fino a ieri troppo frammentata per essere credibile. La controprova dell’incisività delle misure è data dalla drammatica decisione (ma per il momento senza conseguenze pratiche) della Russia di porre in stato di allerta nucleare il proprio sistema difensivo. Ovviamente c’è sempre qualcuno – come Stefano Feltri sul Domani – che per vendere qualche copia in più di un quotidiano in affanno dichiara l’inutilità delle sanzioni, colpito da quella sindrome tutta italiana del “benaltrismo”. Ma non mette conto prendere in considerazione queste sciocchezze giornalistiche. La realtà è che le decisioni prese colpiscono nel presente (divieto dei sorvoli) ma ancor più nel primo futuro (swift) gli interessi vitali della Russia e segnano una ben precisa presa di posizione ovvero che esiste un limite al di là del quale non ci si può spingere. L’Ucraina del 2022 equivale in tutto e per tutto alla Polonia del 1939. Con la differenza che mentre allora l’unica nazione supermilitarizzata e riarmata in spregio ai trattati di Versailles era la Germania oggi le nazioni europee hanno una capacità difensiva di tutto rispetto. Ovviamente nessuno può prevedere gli sviluppi ora per ora di un conflitto puramente offensivo (v. Germania 1939) dominato da un paranoico cui purtroppo una stuolo di yes-man non sa o non vuole opporsi. Ma se il protestante Enrico IV di Navarra esclamò che Parigi vale bene una messa così oggi le nazioni europee possono affermare che i principi di convivenza e di coesistenza valgono bene il rischio di un conflitto – ma adesso ad armi pari. Vedremo a cosa porteranno gli odierni colloqui Russo-Ucraini anche se il timore è quello di una ripetizione del diktat di Hitler a Benes che ho trattato ieri. Pessimismo della storia ma forse necessità di un po’ di ottimismo della volontà. Staremo ansiosi a vedere.
(Giovanni Neri – 76)
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