Uncategorized

Autorità, autorevolezza e autoritarismo – 21 Febbraio 2022

 Non profit banner

Non profit banner


IMG-20200729-WA0003

Matisse

Dai giornali di ieri
…si apprende il caso di un docente di scuola media superiore aggredito dai genitori (o da affiliati) per avere comminato una nota all’intera classe per indisciplina. Conosciamo solo la versione del malcapitato che presenta un quadro che – se realistico – nella mia scala di valori avrebbe dovuto portare alla sospensione di tutti gli studenti. Capannelli, uso del davanzale della finestra come sedile, andirivieni etc. insomma il caos assoluto.  Dobbiamo dire che a parte il libro che ho più volte citato recentemente c’è una schiera di genitori che si schierano come paladini dei propri figli “a prescindere” come se ai docenti non venisse riconosciuta alcuna autorità dato il loro ruolo. Naturalmente l’autorità in ambito scolastico in sé e per sé è un concetto privo di sostanza se non è accompagnato dall’autorevolezza dei docenti legata alla loro preparazione e al modo di insegnare. Sarebbe inutile citare la mia quasi cinquantennale esperienza come docente universitario: anche in aule di 100 e passa studenti mai ho dovuto richiamare all’ordine per indisciplina, anche per le matricole che pure provenivano da una scuola appunto disastrata per l’assenza del principio di autorità (sull’autorevolezza dei loro docenti ovviamente non posso esprimermi). Naturalmente non è certo con l’autoritarismo (deformazione dell’autorità), che come studente delle superiori ho sperimentato di persona (potrei citare episodi che oggi ricordo ridendo ma che allora per alcuni compagni si tramutavano in una tragedia) che  si risolve il problema, autoritarismo che spesso coincideva con la totale arbitrarietà, ma certo c’è, a parere di chi scrive, la necessità di ricondurre la scuola a una struttura organizzativa con ruoli ben definiti e senza incertezze. E francamente mi aspetterei che il ministro attuale (che avrebbe potuto essere il protagonista di una delle cosmicomiche di Calvino) prendesse una posizione netta e emanasse direttive precise erga omnes senza incertezze e tentennamenti. Da parecchi anni nelle università italiane (come in quelle straniere) è stato introdotto un metodo valutativo dei docenti che si basa ampiamente su fatti oggettivi (puntualità, rispetto del programma etc.) ma che – almeno a Bologna – nella seconda pagina permette agli studenti di esprimersi “liberamente”. Lo sciocchezzaio che ne deriva (e che rende in ultima analisi questa valutazione inutile) a partire dall’italiano incerto potrebbe essere oggetto di un secondo “speriamo che io me la cavo”. Non mi è chiaro se esista una possibilità che la scuola venga ricondota a quelle che sono le regole intrinische alla natura dell’istituzione ma di certo non è accettabile assistere in un’aula scolastico a uno spogliarello ad uso Tik-Tok e proprio per l’autorevolezza che deve esprimere un docente il richiamo deve essere basato su un uso sapiente, moderato ma inequivocabile delle parole.  E chiunque abbia a cuore un principio democratico, nel quale a tutti deve essere data la possibilità di accedere all’ascensore sociale, deve essere parte attiva per ricondurre l’istituzione a quelli che sono i suoi principi fondativi. Altrimenti non può che riprodursi lo sfasamento sociale nel quale chi può economicamente si appoggia a istituzioni serie (magari estere) e fornisce a casa quegli strumenti (ad esempio un italiano corretto) che viene agli altri nella scuola negato.
 
(Giovanni  Neri – 76)
Per un elenco aggiornato di tutti i precedenti  posts di questo blog con i corrispondenti links:
Blog

Per iscriversi a Bertoldo e ricevere un messaggio email ogni volta che un nuovo post è pubblicato visualizzare il breve filmato in formato MP4 che si ottiene clikkando sul cerchio rosso sottostante. Selezionare le opzioni che portano a “follower con email”.

Leggi anche Kurvenal il sito delle recensioni musicali

Qualche iscritto ha segnalato di non ricevere le notifiche via email della pubblicazione dei nuovi posts. Controllare i messaggi nello SPAM  o „posta indesiderata“.

NB Poiché qualcuno ha avuto difficoltà nell’iscrizione il filmato è stato aggiornato per renderlo più comprensibile!!!!

Leggete anche i commenti ai posts selezionando il bottone “commenti” sulla sinistra del post. Talvolta sono persino più interessanti del post stesso!!! 
PS  Vorrei ringraziare tutti coloro che inseriscono commenti  ai posts utilizzando l’opzione “Lascia un commento”  (o “commenti” se ne sono già stati inseriti) prevista nella sezione sinistra (o prima del testo per schermi ridotti come i tablets) dei posts stessi affinchè tutti possano leggerli.  Il dibattito è sempre interessante per tutti…..grazie (è indispensabile lasciare nome e cognome – i commenti anonimi non saranno pubblicati)!!
 

Standard

2 risposte a "Autorità, autorevolezza e autoritarismo – 21 Febbraio 2022"

  1. Rambomax ha detto:

    Naturalmente sono numerosi gli aspetti da commentare riguardo all’episodio riportato dalla stampa. Probabilmente ci saranno strascichi e ripercussioni, fino alle interrogazioni parlamentari, e ci sarà modo di parlarne ancora. Mi soffermo sul cosiddetto “questionario sulle opinioni degli studenti frequentanti”, o meglio, sulla versione predisposta dall’Università di Bologna. Alcune domande si riferiscono a questioni oggettive, ad esempio: puntualità del docente, corrispondenza degli argomenti svolti con quanto dichiarato nel programma pubblicato sul sito, capienza e adeguatezza delle aule, eccetera. Altri, pur oggettivi, nascondono una trappola: ad esempio: “Le lezioni sono state tutte svolte dal titolare del corso?” Se un docente invita uno studioso di chiara fama a svolgere un seminario, ovviamenti gli studenti rispondono “no”, e poi succede il finimondo: il Presidente del Corso di Laurea è obbligato ad aprire un’inchiesta, convocare il docente reprobo e sgridarlo, perché un “no” su questa domanda “fa perdere punti”. Poi ci sono le domande assurde: “Sei soddisfatto di questo insegnamento?”, “Sei soddisfatto di questo Corso di Laurea?”; sono assurde non in quanto tali, ma perché allo studente non viene chiesto di motivare la risposta (sulla prima domanda potrebbe risultare un pieno “si” semplicemente perché l’insegnamento è un doppione di uno già frequentato in precedenza, e quindi non costa fatica). UniBO dichiara di ispirarsi ai princìpi della qualità, ma nei fatti li tradisce: se al “cliente” (leggi: studente) non si permette di motivare la maggiore o minore soddisfazione per il servizio ottenuto, come fa l’erogatore del servizio a capire se servono azioni correttive, e quali? Per quello che mi riguarda, ho sempre sollecitato gli studenti a usare la seconda facciata, quella dei commenti liberi, a motivare il loro grado di soddisfazione; in aggiunta, chiedo loro di rispondere a una domanda provocatoria: “Se potessi tornare indietro, e questo corso fosse a scelta, lo sceglieresti? Spiega perché si/perché no”. Garantisco che quelli che rispondono danno risposte sincere.
    PS: Ho sollecitato innumerevoli volti gli Organi Accademici a migliorare il questionario, incontrando il proverbiale muro di gomma.

    "Mi piace"

Chi legge un post o scrive un commento si iscriva (se non è già iscritto). L'iscrizione NON comporta nulla ma il numero degli iscritti è l'unica gratificazione per la gestione del blog)

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.