Matisse
Bene ha fatto Mattarella …
… (ma fa mai qualcosa di sbagliato…?) a segnalare fra i problemi del paese quello del disagio giovanile e a ricordare la tragedia dello studente deceduto durante uno stage in azienda (un po’ macabro da parte della stampa segnalare che si trattava dell’ultimo giorno in azienda – ha qualche significato…?). E quindi le manifestazioni di protesta in materia sono pienamente giustificate quando non chiedono la soppressione degli stages, che sono invece – se ben gestiti – importantissimi per introdurre al mondo lavorativo. Nel corso della mia lunga esperienza come docente universitario ho sempre riscontrato una grandissima attenzione allorchè introducevo elementi professionali derivati dalle mie esperienze professionali. Ma poi ecco che si scopre che le manifestazioni di protesta sono un mezzo per chiedere la soppressione degli scritti agli esami di stato. Insomma una sorta di scusa per richiedere la semplificazione degli esami. Posso solo sperare ancora una volta che Draghi e il “ministro” dell’istruzione mandino a quel paese richieste pure e semplici di semplificazione ancora più provocatorie se si pensa ad alcune affermazioni di studenti che suggeriscono di rimandare gli scritti al prossimo anno (peggio per chi viene dopo!). Ovviamente ogni commento è fin troppo ovvio. Ma insomma questi giovincelli quando ritengono che il vaglio della loro preparazione debba essere introdotto? Mai? Solo all’università dove lo shock è tale da provocare nel primo anno abbandoni a due cifre nelle facoltà scientifiche (che la riforma Gelmini ha stravolto in peggio – trasformando le facoltà in “scuole”, un ridicolo artificio linguistico) ? Ovviamente ricordare cosa erano i licei e gli esami di stato nel passato che ha vissuto il sottoscritto, dove il carico didattico farebbe svenire oggi questi figli di Facebook e Tik Tok, sarebbe frustrante e non compreso. Ma posso almeno affermare che da un liceo altamente selettivo ho appreso moltissimo e che “ai miei tempi” non c’era il dubbio se si dovessere sostenere scritti all’esame di stato che nel mio caso furono 4 (quattro!) e in quattro giorni consecutivi?
(Giovanni Neri – 76)
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Concordo al 100% sul fatto che il carico didattico nelle scuole è stato progressivamente fatto diminuire, a suon di decreti e riformine, rispetto a quello che poteva degli ordinamenti scolastici che hanno preceduto l’istituzione della scuola media unificata (primi anni sessanta). La diminuzione è stata ottenuta con una combinazione di “sgonfiamenti” di materie e sostituzione di blocchi dei vecchi programmi con attività sonsideratamente ritenute più conformi alla moda. Gli studenti si adattano, nel senso che, anche col carico didattico ridotto, pensano sempre che quello che ricevono sia il massimo umanamente accettabile. Sotto una certa soglia la situazione diventa forse irreversibile e, come descritto nell’ottimo libro “Il danno scolastico” di Mastrocola e Ridolfi; oppure, più ottimisticamente, si potrebbe pensare che, se il carico didattico venisse d’ora in poi aumentato, gli studenti si adatterebbero nel verso opposto.
Quello che invece, secondo me, è rimasto del tutto invariato nel tempo, includendo in questo anche gli ordinamenti precedenti all’istituzione della scuola media unificata, è il basso standard di verifica: la didattica può essere di buona qualità e, se uno studente ha voglia di apprendere, riesce a farlo; se non ne ha troppa voglia, di riffa o di raffa agguanta comunque il pezzo di carta.
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chiedo scusa dei refusi:
“quello che poteva degli ordinamenti” diventa “quello degli ordinamenti”
“irreversibile e, come descritto” diventa “irreversibile, come descritto”
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