Matisse
C’è un unico “magazine” …
… che vola alcuni kilometri sopra tutti i suoi “competitors” nazionali e internazionali (anche il tanto decantato Economist): il New Yorker. La qualità degli articoli (tutti senza peli ma al contempo equilibrati) e soprattutto il dettaglio di quelli politici e storici è strabiliante. Tre giorni fa è stato pubblicato un report su come gli USA hanno gestito i “colloqui” con i Talebani con gli esiti che tutti conosciamo, così documentato e approfondito come mai mi era successo di leggere. Non aspettatevi articolesse di poche colonne: l’articolo principale è spesso di 10-15 pagine ma tutte zeppe di fatti e soprattutto nelle quali i fatti sono descritti senza quel pastone che è tipico di altri magazines nei quali i fatti sono mischiati con commenti. Il New Yorker ha anche articoli più “leggeri” e di cronaca ma sempre con quella serietà che ci si dovrebbe aspettare da tutte le riviste. L’abbonamento online è relaivamente economico e poichè è possibile leggerne alcune edizioni di prova suggerisco di fare un test. E anche per chi non ha una eccessiva dimestichezza con l’inglese la lingua non è articolarmente “paludata” (come nel caso dell’Economist) se si eccettuano alcuni modi di dire prettamente americani ma il cui significato si evince facilmente dal contesto.
(Giovanni Neri – 76)
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