Matisse
Questo è un post…
… che non avrei mai voluto scrivere. Landini (e quella specie di ectoplasma che è la UIL) hanno deciso che ci saranno 8 ore di sciopero generale il 16 Dicembre con tutto l’apparato trionfalistico che ogni volta contorna questo tipo di manifestazioni. Raduni nelle piazze con numeri dei partecipanti (invitati con autobus e panini gratuiti) calcolati dai sindacati (quelli che aderiscono…) del 40% mediamente superiore a quelli realistici stimati dalle forze dell’ordine (chissà perchè…). Il diritto di sciopero è insindacabile (mai aggettivo più significativo) ma altrettanto insindacabile è una valutazione razionale della decisione. Trattasi semplicemente di una fesseria di un sindacato che è sempre meno rilevante nel contesto sociale dell’Italia e che ha bisogno di di mostrare di essere ancora vivo. Da cosa nasce (ufficialmente) la protesta? Dal rifiuto di Draghi di destinare tutto il tesoretto di 8MLD solo ai redditi bassi e pensionati, riservandone una parte (minoritaria) alle imprese per lo sviluppo. Che, guarda caso, sono quelle che producendo reddito producono posti di lavoro, quelli che Landini & Co. dichiarano giustamente sempre di volere incrementare e salvaguardare. Quindi, seguendo l’impostazione di Landini, tutto il tesoretto alle categorie più disagiate (principio solo concettualmente inattaccabile) ma niente per sostenere il futuro delle giovani generazioni, quelle che arrancano per un posto di lavoro. E’ la solita miopia sindacale (che è da sempre la sua debolezza più grave) ovvero battersi per chi è già inserito nel mondo del lavoro (o ne è uscito) e non per chi non ci è mai entrato: insomma un futuro alla sperindio. Quello poi che lascia strabilitati è che il tutto si inserisce in una situazione economica favorevole (anche sui mercati finanziari con il rating, quello su cui le banche valutano gli interessi dei prestiti, in miglioramento) e che di nulla avrebbe meno bisogno che di uno scossone sociale e produttivo. Ma a Landini che importa? Sono le tessere e i contributi derivanti attuali che interessano (potere e finanze) senza pensare che non potranno che progressivamente diminuire se la politica sindacale rimane assolutamente miope sul futuro con le giovani generazioni che si sentiranno sempre meno protette. Quindi se lo sciopero otterrà anche un piccola modifica dell’impostazione di Draghi (si spera assolutamente minima) sarà la solita vittoria di Pirro. Cinicamente Landini ritiene che questi effetti a lungo termine non riguarderanno il suo segretariato ma lasciare ai posteri i disastri del momento è una politica inaccettabile soprattutto per un sindacato teoricamente serio.
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