Il nome
….. della nuova compagnia di bandiera (una “sottolowcost” con 60 aerei – roba da sesto mondo) non può non ricordare il mitico “ite missa est” che concludeva la messa in latino. Un nome francamente ridicolo come tragicomica è la storia dell’ex-Alitalia, un tempo (anni ’60) gioiello del trasporto aereo internazionale, quello in cui in classe economica venivano apparecchiati i tavolini con tovagliette, piatti e bicchieri e il menu era stellato. La vicenda Alitalia è l’epitome del dilettantismo italiano, a partire dal rifiuto dello scavalierato ad accettare la proposta Air France per non rinuciare alla “italianità” della società (!!), a finire ai “capitani coraggiosi” etc., una voragine che ha inghiottito miliardi dei contribuenti per una compagnia decotta da sempre che secondo le regole del diritto avrebbe dovuto portare da decenni i libri in tribunale. Adesso la pletora degli ex dipendenti scioperano ancor prima del primo volo facendo ben capire quale sarà il destino di Ita. Sindacati vergognosamente corporativi (come purtroppo in molte recenti vicende) cui dell’interesse dell’Italia non interessa nulla essendo il numero di tessere degli iscritti l’unico parametro di valutazione. Alitalia doveva fallire già 30 anni fa e l’accanimento terapeutico cui è stata sottoposta fa impallidire qualunque amministratore serio che ne esamini i conti. Adesso abbiamo questo mostriciattolo di Ita e sarei curioso di sapere chi si fida ad acquistarne i biglietti (dei masochisti peraltro ce ne sono sempre…) se non i passeggeri gabbati da Alitalia che giustamente pretendono di essere rimborsati o di volare con i biglietti in loro possesso. E le casse di Ita? Svuotate ancora prima di partire anche perchè la EU giustamente pretende il rimborso di quanto prestato. Qualcuno vuole scomettere un euro su quale sarà la conclusione?
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