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..”Juden frei”…
….. era un cartello che in molte cittadine tedesche e polacche fino alla fine della II guerra mondiale indicava che gli ebrei del luogo erano stati o eliminati o cacciati via. Una vergogna inqualificabile che soprattutto in Polonia comprovava l’antisemitismo endemico dei polacchi, secondo solo a quello ukraino (si ricordino in proposito il favore di cui godevano gli “Einsatzgruppen”) e tedesco. In Polonia si assiste nuovamente a un fenomeno assimilabile con cittadine “Lgbt frei” che forse non hanno ucciso i concittadini sgraditi ma che lascia esterrefatti all’idea che la Polonia (come l’Ungheria) faccia parte della EU. Oggettivamente la cautela con cui la EU affronta il problema di questi stati canaglia che contraddicono platealmente i principi fondanti della EU lascia perplessi ma i tempi della politica non sono mai adeguati alla gravità della situazione: si può solo sperare che le sanzioni economiche siano “vigorose” e incisive. Rimane il fatto che anche se solo di facciata alcune norme liberticide saranno cancellate l’Europa ha nel suo seno sacche di intolleranza da medioevo e questo dovrebbe fare ragionare su una unione che per molti aspetti non ha più ragione di esistere.
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