La storia ricorda …..
… (tramite Tito Livio) questo personaggio del V secolo A.C. che venendo da una famiglia nobile dedicata all’agricoltura, fece il suo “cursus onorum”, guidò in battaglia, vittorioso, l’esercito romano per poi ritornare alla sua attività primaria di “contadino”. Nobile esempio di non attaccamento agli onori del governo romano (fu console prima della repubblica) e di servizio disinteressato a favore dello stato. Proviamo a confrontarlo con Conte (si parva licet…), tanto per non fare nomi. Capace del più disinvolto trasformismo (ah la coerenza!) e finalmente disarcionato da un ducetto di periferia sembra non voglia mollare la presa e si vocifera di un “suo” partito. (Questo “suo” mi ricorda sempre i vassalli e valvassini politici di qualche maggiorente definiti come “vicini” al potente di turno – che pena!). Ora non è necessario essere Cincinnato ma mollare la politica e tornare a fare il dignitosissimo mestiere di prof. universitario sarebbe una sconfitta? una “diminutio capitis”? Ovviamente no, ma il profumo del potere, una volta assaporato, sembra essere una droga per la quale non c’è alcun S.Patrignano. Per certi aspetti mi ricorda alcuni musicisti (pianisti, violinisti, cantani etc.) che fiaccati dall’età rifiutano di riconoscere il decadimento della loro facoltà, di fatto lasciando al pubblico non il ricordo degli splendori di un tempo ma quello della decadenza alla quale non vogliono arrendersi. Che cosa farà questo non-gigante della politica, con la sua “flessibilità” che di fatto è puro opportunismo non è dato sapere. Quello che è certo è che difficilmente potrà ritrovare il perduto consenso e quindi possiamo solo augurarci che il buon senso prevalga, consapevoli che non sarà così.
(Giovanni Neri –75)
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