Alle scelleratezze …
… di quel mai sufficientemente infamato essere che ancora occupa la casa bianca trasformata in un bordello privato di casa, che una massa di deficienti americani ha votato come presidente della più potente nazione del mondo, quello che detiene la valigetta “fine del mondo”, che ruba ai poveri per dare ai ricchi, che per interesse dei suoi sostenitori che inquinano si è ritirato dall’accordo di Parigi sulle emissioni, che sostiene tutti i peggiori regimi dittatoriali del mondo, che ha nominato giudici della sua ideologia ovunque possibile, che le donne le prende per la …, e chi più ne vuole piú ne metta, adesso si sta esibendo nella distribuzione a pioggia di perdoni presidenziali a malfattori e assassini (Irak) e probabilmente, prima della fine del mandato, perdonando anche sé stesso (autoproponendosi persino per il nobel per la pace – alla spudoratezza non c’é veramente confine). Il meccanismo di transizione dei poteri previsto dalla costituzione americana per un trapasso (troppo lento!) di poteri ordinato e senza traumi, nelle mani di questo figuro viene ogni giorno trasformato in un mezzo per perpetrare le ultime (si spera) e finali nefandezze. Ma nei 25 giorni che mancano all’insediamento di Biden c’è tutto il tempo per peggiorare – se mai possibile – il palmarés delle sue malefatte. A cominciare dalla marcia dei suoi sostenitori che si terrà il 6 gennaio, giorno della convalida del voto da parte delle camere e che sarà trasformata in un’occasione di violenza fomentata dall’uomo dalla zazzera arancione a finire con il suggerimento (da chi ispirato…?) di uno dei suoi complici di attuare un colpo di stato usando l’esercito per sovvertire il risultato delle elezioni. Le convulsioni di un figuro al termine del suo mandato, che il suo stesso staff guarda con terrore, sforzandosi di tenerlo a bada, possono portare a qualunque, anche la peggiore, catastrofe. E nel silenzio della maggioranza di senatori e deputati repubblicani che non si vergognano di essergli associati trasformandosi così in suoi complici. Sará sufficiente il meccanismo burocratico-amministrativo americano per prevenire e impedire le peggiori conseguenze? E qualcuno si ê mai augurato come soluzione i “mezzi estremi” suggeriti dal grande inquisitore a Filippo II nel Don Carlos?
(Giovanni Neri –75)
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