Che la lotteria …
… degli scontrini sia un rimedio terzomondista che fa sorridere di compatimento i miei amici stranieri è un fatto, ma in un paese dove l’evasione fiscale è uno sport nazionale i cui primi alfieri sono i commercianti (si, cari commercianti al dettaglio, proprio voi) ogni rimedio va bene, anche il più sgangherato. E naturalmente la categoria, sbugiardata dal sistema in cui finalmente si è creato un conflitto di interessi, avanza una serie di rivendicazioni miserande avente come scopo quello di bloccare l’operazione e quindi di ri-favorire l’evasione. Ovviamente c’è da sperare che il governo sia assolutamente sordo alle vergognose richieste e vorrei avviare con la mia flebile voce una campagna di sensibilizzazione. Se un commerciante si rifiuta di accettare un pagamento con carta di credito o assimilati (addirittura c’è chi distingue fra carta di credito e carta di credito!) protestare vivamente svergognandolo e lasciare sul banco quanto acquistato ripromettendosi di non acquistare più da quell’esercente. Non mi aspetto un grande successo ma da qualche parte bisogna pur cominciare. Naturalmente non è giusto fare di ogni erba il classico fascio: nel quartiere dove vivo nessuno ripeto nessuno si azzarda a rifiutare un pagamento telematico, fosse anche per un caffè. Ma purtroppo scendendo verso il sud di Italia questo atteggiamento è via via più diffuso. Bisogna tener duro a qualsiasi costo e dove sorga il dubbio (ad esempio da un benzinaio) informarsi prima che sia troppo tardi. Insomma una battaglia civile perché è ignobile che ci siano categorie “esentasse”. Una sola chiosa: perché chi paga un artigiano con bonifico non partecipa alla lotteria?
(Giovanni Neri –75)
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