Se qualcuno  …

             … ha avuto la (s)ventura di vedere Piazza Pulita in TV questa settimana e la precedente, dopo gli ultradepressivi reportages sul Covid (se si dovesse riassumere il significato si potrebbe affermare che siamo davanti a un baratro in cui prima o poi inevitabilmente dovremo cadere), avrebbe avuto la possibilità di conoscere un tatuaggio vivente, un ventitreenne il cui nome in codice è 17-27 (qualcuno ricorda 3-B-O di “guerre stellari”?), oggettivamente simpatico, che vive delle sponsorizzazioni che fa di negozi, brands, aziende etc. Per sua stessa ammissioni incassa da questa attività molte migliaia di euro (ovviamente non fatturati) che in parte gli servono per l’acquisto di “bombe” anabolizzanti per il fisico proibite dalla legge; in un altro filmato lo si vede guidare un’auto in spregio a ogni regola del codice della strada etc. Insomma un personaggio che assomma (e se ne vanta o meglio se ne frega) una quantità di reati da Guinness. Che cosa facciano le autorità in materia di fronte a questa dichiarazione esplicita di illegalità è un mistero (non si capisce se questo tizio sia semplicemente un incosciente in cerca di notorietà o sia invece sicuro di una sorta di impunità). Ma non è di questo che voglio parlare. Se questo tatuaggio vivente è in grado di sponsorizzare prodotti vuol dire che esiste un mondo “altro” rispetto a quello in cui io (e probabilmente i miei lettori) vivo e i cui valori sono la legalità, il lavoro, la cultura, la politica etc. Un mondo “altro” non sanzionato dalla legge che però gode dei miei stessi diritti, che non paga tasse ma se necessario usufruisce del SSN, che gode dei diritti politici (anche se per sua ammissione non vota e forse neppure conosce i fatti della politica), che vive di fatto sulle spalle della stessa società cui appartengo della quale si disinteressa o meglio sfrutta. Non riesco neppure a provare irritazione o disprezzo: è come se scoprissi che sulla terra c’è una società “altra” di marziani con dinamiche “altre” e valori “altri” che però non vive in un territorio separato ma sullo stesso in cui vivo io, con le stesse istituzioni e – almeno teoricamente – con le stesse regole che sono invece patentemente infrante. E non mi meraviglierei che il tatuaggio vivente godesse anche del reddito di cittadinanza.  Beh, mi si lasci dire che la cosa non mi piace e che mi aspetterei un adeguato riequilibrio perché l’impunità é il più forte veicolo che spinge all’emulazione. E di altri 3-B-O non abbiamo di certo bisogno.

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