Riceviamo questo posta da Sissa Festi che volentieri pubblichiamo..
In questi giorni i soliti paginoni dedicati alle prove per l’ esame di maturità. Non mi hanno mai appassionata i commenti, le previsioni, le denigrazioni per la prevedibilita/ l’imprevedibilità, la ricerca degli errori da parte degli estensori delle tracce. Quest’anno è diverso, è diversa la mia disposizione di curiosità e attesa per questo atto generazionale. Nel vedere i ragazzi e le ragazze, tutti così uguali nei gesti, negli abiti, nelle pettinature, nei tatuaggi, mi chiedo come potranno distinguersi tra loro nella scrittura, nello sviluppo di un pensiero autonomo. Mi chiedo in quali luoghi o momenti potrebbero aver inspirato l’ aria della libertà della fantasia, che è cosa diversa dalla ribellione o rifiuto delle regole. Eppure sono la nostra speranza. E qui vien fuori il paradosso : noi – genitori,docenti, formatori – cosa ci aspettiamo da questi giovani? Ci aspettiamo che ci assomiglino, magari in meglio? Oppure ci auguriamo che smentiscano questa tara secolare che vede prevalere, salvo eccezionali momenti eroici, gli atavici difetti del servilismo, del doppiogioco, dell’ ignoranza volgare,del sotterfugio, del vittimismo. Mi fermo per autocommiserazione. Certo questi maturandi escono dalla scuola e devono subito nuotare contro corrente, contro esempi pubblici di pessime virtù. Noi, gli adulti, abbiamo preparato per loro una pessima entrata in società.
E’ necessario che si avvii un processo di ricostruzione di una reale alternativa di governo che, con una connotazione sostanzialmente unitaria, sia in grado di recuperare quote significative di astensionismo e “illumini” quanti “abbagliati” dalle mirabolanti promesse delle attuali forze di governo.
Per procedere in questa direzione è necessario formulare proposte concrete basate su elementi di verità, anche non immediatamente popolari: essere parte di questo processo è ambizione di Bertoldo che, anche se consapevole sia del suo peso sia del suo non essere depositario di conoscenze globali, vorrebbe portare un suo contributo grazie alla discussione da avviare tra i suoi lettori sulla base dei contributi che essi stessi, nel loro sentire, vorranno fornire su aspetti specifici di propria competenza.
Secondo un antico modo di dire “la mosca tira la pedata che può” e Bertoldo vuole provare a tirarla con voi.
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