Non vi è …
..alcun dubbio che le prossime elezioni europei stiano sempre più assumendo nel nostro paese l’aspetto di un maxi-sondaggio sul seguito delle forze politiche nazionali, grazie anche a una comunicazione sempre più centrata su vicende interne in molti casi puramente strumentali. Il rapporto con l’Europa viene quindi a ridursi a una scelta di schieramento (a favore o contro) senza prospettare, sulla base di una seria analisi critica, indicazioni su come superare le insufficienze incontestabilmente presenti. La capacità di proporre una pragmatica visione critica e al tempo stesso costruttiva è limitata a pochi casi, tra i quali indubbiamente si colloca il manifesto di “siamo europei” al quale questo blog si ispira. Una bella e sintetica rappresentazione della attuale situazione europea è quella che al capitolo 6 del suo “Per amor proprio” Federico Fubini presenta immaginando le riflessioni di un ipotetico funzionario italiano che si trovi per un giorno a un grande tavolo ovale di decisioni comunitarie. Alla sua lucida analisi non sfuggono colpevoli comportamenti del nostro paese e il suo conseguente isolamento ma neppure l’ipocrisia e l’egoismo dei diversi gruppi di paesi che individua tra quanti siedono intorno al grande tavolo. Il superamento dei nodi che ostacolano una vera integrazione europea richiede che si affrontino con chiarezza e senso di responsabilità, ma senza autoflagellazione, proprio quegli aspetti che l’ipotetico funzionario vede chiaramente: è il dibattito su questi temi che deve impegnarci in questo ultimo scorcio di una campagna elettorale il cui esito sarà decisivo per le sorti dell’Europa.
Riguardo al testo citato si segnala la bella recensione che ne fa Michele Salvati su https://www.corriere.it/opinioni/19_maggio_06/parole-che-non-sentiamo-330b1a20-7013-11e9-90a6-5e2915e36bd9.shtml
Partendo dalla recensione di Salvati anch’io ho letto e suggerisco la lettura del libro di Fubini che, in modo garbato, evidenzia gli errori sia degli europeisti ad ogni costo (che sono disposti ad accettare ogni vessazione da parte dei paesi forti dell’unione europea) sia dei sovranisti (che rivendicano un’autonomia che ci porterebbe all’isolamento). Al termine della lettura non posso non condividere il messaggio di fondo dell’Autore che sostiene che per il nostro Paese, l’alternativa all’essere parte dell’Europa sarebbe necessariamente quella di diventare una colonia di un impero (sia esso quello americano, quello russo o quello cinese) per cui è essenziale mantenere l’attuale posizionamento strategico internazionale cercando di avere un ruolo più incisivo.
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