….a capacitarmi di come solo improvvisamente in occasione delle stragi dello Sri Lanka (e ancora una volta tardivamente) i giornalisti de noantri si siano resi conto della pericolosità dei social media (salvo dimenticarsene rapidamente per occuparsi degli amorazzi di Salvini e Di Maio che fanno vendere di più). Ci sono voluti gli attentati del giorno di Pasqua per accendere i riflettori sul problema di come questi “social” siano un terribile strumento di diffusione di idiozie da un lato e di strumenti terroristici dall’altro. E non sono certo solo gli attentati di Colombo a comprovarlo: pare che ci si sia ormai dimenticati degli attentati a Mumbaj, alle torri gemelle etc. Io non so se sia concepibile decapitare questi mostri (gli interessi che ruotano intorno a loro sono galattici) ma sarà il caso di affrontare una volta per tutte il problema in modo serio e soprattutto con la reale volontà di trovare soluzioni? Questo è uno dei gravissimi problemi che in nome di un malinteso senso della libertà viene gestito come la proverbiale polvere sotto il letto alla stessa stregua del significato e del valore della democrazia al giorno d’oggi, inquinata da questi strumenti totalmente fuori controllo. Prima o poi qualche “guru” alla Cacciari o qualche altro maître à penser leverà un tardivo (molto tardivo..) grido di dolore (“chiudere le stalle dopo che i buoi sono fuggiti”) e solo allora forse si comincerà a capire che è molto meglio rinunciare a un po’ di libertà (se questa può essere definita come tale) in favore della vita e della sicurezza. E di un voto che sia nuovamente basato su valutazioni politiche e non su surrogati come foto, twitter (viva il pensiero elaborato!), polemiche ignobili su facebook, gossip etc. BASTA!!
PS Mi rendo perfettamente conto come il contenuto di questo post non sia in linea con i presupposti europei di questo blog ma credo che in presenza di fatti di rilevanza mondiale ci sia un margine di libertà. Anche per sottolineare come nella stampa italiana più di 300 morti assassinati costituiscano una fatto grave ma non drammaticamente tragico trattandosi di un paese lontano. Se fosse succeso in Italia avremmo edizioni straordinarie, drammaticamente inutili opinioni di tuttologi, ondate di talk-shows televisi etc.. Ma in fondo cosa è lo Sri Lanka? Un paese lontano e remoto e i suoi morti e i suoi drammi sono svalutati e attutiti dalla distanza….
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