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Il libro che Trump voleva proibire è già disponibile in Italia via Kindle e nel corso di una noiosissima traversata ho avuto modo di leggerne la metà. Mettiamo pure che non sia tutto oro colato ma anche mettendoci una onerosa tara la figura da imbecille dell’uomo a capo della più potente nazione della terra è a dir poco terrificante. Che fosse un “moron” (è Ruper Murdock che parla e ho saltato il secondo adeguato epiteto) lo si sapeva da tempo ma la realtà è semplicemente e incredibilmente più agghiacciante. E non è Steve Bannon, il razzista suprematista, a essere l’autore o l’ispiratore del libro, dal momento che il libro ha un capitolo a lui dedicato che semplicemente lo annienta. La casa bianca risulta essere un casino (quando ci vuole la parola può essere usata) riempita da una accozzaglia di gente incompetente e corrotta e che è tanto più potente quanto più è stupida e intrigante. E Trump non aveva mai messo in conto di essere eletto ed è quindi arrivato alla casa bianca totalmente impreparato. Tout se tient. Naturalmente in Italia c’è un giornale cialtrone – Libero – con un giornalista che asserisce (senza avere letto il libro – è in inglese…) che si tratta di fandonie e che Trump è un genio (come lui stesso modestamente asserisce) perchè la borsa sale dimenticando che ciò avviene per una ignobile tassazione che favorisce le aziende e manda in malora i poveri cristi. A proposito di questo figuro (il genio) la diatriba fra lui e il cicciottello nordcoreano che lo ha ridicolizzato (qualcuno ricorda la squadra navale inviata minacciosamente nel mar coreano e poi deviata sull’oceano indiano?) mi ha ricordato l’esilarante scena del film di Charlie Chaplin Il grande dittatore in cui Hitler e Napoloni (Mussolini) fanno a gara a chi solleva più in alto la sedia da barbiere. Qui non è la sedia ma la dimensione del pulsante nucleare in gioco: roba da avanspettacolo ma sulla pelle dell’umanità.
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Quello che lascia maggiormente stupefatti è come mai il buon Bannon abbia lavorato per tanto tempo per un simile individuo, ne sia stato amico ed abbia scoperto il tutto non appena… licenziato.
Meglio tardi che mai…
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